Il libro della permacultura vegan

image Qualche mese fa Annalisa Malerba mi aveva parlato di questo libro che aveva appena finito di tradurre e che era appena stato pubblicato da Sonda. L'argomento mi interessa e lo conosco seppur superficialmente, perciò non ho potuto fare a meno di ordinarlo e due giorni dopo lo stavo giá leggendo. La recensione arriva con qualche mese di ritardo, ma ho voluto rileggerlo ancora perchè la prima lettura causa la troppa curiositá e la scorrevolezza del testo, era stata troppo veloce. Quindi eccomi a raccontarvelo...

La permacultura è l'arte di progettare e costruire sistemi umani sostenibili che tendono ad essere autosufficienti e poco impattanti per l'ambiente. Per farlo si intersecano relazioni tra l'uomo, l'ambiente gli animali, ma anche l'energia, l'acqua le comunicazioni tali da evitare sfruttamento e inquinamento e che creino una comunità altamente produttiva e resiliente.

L'idea è di progettare un sistema perfettamente equilibrato come quelli che esistono in natura. In un bosco, per esempio, possiamo renderci conto della perfezione della natura che crea l'habitat più adatto a far crescere vivere e proliferare tutti gli organismi che lo abitano. Dai funghi agli alberi agli insetti agli animali, tutti hanno il loro ruolo specifico e fondamentale perchè il sistema funzioni e si sviluppi.

Graham Burnett in questo libro unisce i principi della permacultura con quelli della cultura vegana e ci racconta la sua personale esperienza di vita pratica.  Ci invita a riflettere prima di tutto su noi stessi, sulla nostra spiritualità e sul nostro stile di vita accompagnandoci poi in un viaggio verso il cambiamento globale.  In questo libro troverete consigli su come cominciare a progettare un orto in permacultura e su come cominciare a coltivarlo: dalla preparazione del suolo alla concimazione verde con erbe spontanee e leguminose. Ma la parte che preferisco è quella dedicata agli alberi. Burnett esamina "la possibilitá di un futuro in cui il nostro cibo, energia e altre importanti materie prime provengono dalle piante perenni, come gli alberi, piuttosto che dalle piante annuali, che non sono sostenibili, e dai prodotti di origine animale." A questo proposito è interessantissima l'idea della creazione di un bosco alimentare. Non serve un appezzamento molto vasto come si potrebbe pensare, ma sará sufficiente il giardino di casa  in cui far crescere insieme, nello stesso posto alberi, arbusti, aromatiche, ortaggi e altre piante così da ricreare quell'habitat che in natura esiste spontaneamente e perfettamente. Naturalmente non manca un capitolo dedicato alla raccolta e al riconoscimento di erbe spontanee e dei funghi. Infine, dopo un capitolo che accenna alle comunitá in transizione, dove  si  parla anche dell'importanza di creare una rete di scambi tra gli individui, troviamo un'intervista di Annalisa Malerba ad Anna Concetta Satta sull'agricoltura sinergica. Questo metodo sviluppato da Emilia Hazelip permacultrice e contadina spagnola, basandosi sugli studi di Masanobu Fukuoka, é perfettamente in linea con i principi della permacultura.

Forse non è il libro più esaustivo sull'argomento, o almeno non lo consiglierei come prima lettura sulla permacultura, ma è senza dubbio il più coinvolgente e divertente, quello che ti fa venire più voglia di fare, uscire, osservare, progettare e mettere le mani nella terra per coltivare il tuo cibo.

Buona lettura!

A domani con una ricettina tratta dal libro... e vi svelerò anche come preparare in casa il sale di sedano, davvero sorprendente!!!

con questo post partecipo al"giovedì del libro di cucina"  del blog "Passato tra le mani"

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Flan di tofu e porri

Burger di lenticchie e piselli spezzati